martedì 13 maggio 2014

L'ibis e i suoi fratelli

L'Ibis è un uccello appartenente alla famiglia dei Threskiornithidae, una famiglia dell'ordine dei Pelecaniformi.
Essi vivono in zone paludose e lacustri e anche nelle savane e nelle pianure del Sud America, Nord America meridionale, Europa meridionale, Asia, Africa e Australia.
Della famiglia dei Threskiornithidae fanno parte gli Ibis (sottofamiglia dei Threskiornithinae), famosi anche grazie alla civiltà egizia che li venerava, e le Spatole (sottofamiglia Plataleinae).
Ibis e spatole sono uccelli di corporatura medio-grande, con un becco di forma particolare, caratterizzante delle sottofamiglie.
Quasi tutti gli Ibis e le spatole hanno istinti sociali e particolare cura nella nidificazione oltre che dei piccoli nati. Sono inoltre caratterizzati da un volo a schiera, tipico degli uccelli socialmente molto sviluppati e dei grandi migratori.
Molte specie sia di ibis, sia di spatole, si muovono in schieramenti compatti o in lunghe linee sinuose, alternando batter d'ali a planate. Presso i migliori siti di foraggiamento si insediano comunità promiscue di cui fanno parte anche aironi, cicogne e cormorani.
I posatoi possono essere temporanei, cioè legati alla durata delle risorse alimentari, o permanenti.

La loro socializzazione non si riduce agli esemplari della stessa specie ma esistono prove che dimostrano coabitazione di varie specie di Ibis e spatole nello stesso ambiente.
Segno distintivo di questi uccelli è il becco lungo che negli Ibis diventa sottile e arcuato mentre nelle spatole diviene largo e appiattito (soprattutto nella parte terminale).
I rappresentanti di questa famiglia hanno il capo privo di penne, e l'Ibis Sacro (
Threskiornis aethiopicus ) ha nudo anche il collo.
Il colore è uniforme e varia da colori molto chiari al nero; sono dotati di ornamenti specifici come le penne secondarie allungate tipiche dell'ibis sacro, ed il rosso vivo della pelle dell'ibis bianco americano, o i tubercoli sgargianti sul capo dell'ibis faccianera.

Ibis bianco americano (Eudocimus albus)
Solitamente, i maschi sono più grande delle femmine ed entrambi si occupano dei piccoli.
L'alimentazione di ibis e spatole si basa prettamente su ciò che si trova nelle zone che abitano (paludi, stagni e savane). Essi si nutrono di una gran varietà d'insetti, rane, crostacei e pesci utilizzando il becco come "sensore tattile" per trovare il cibo nel fango, nei buchi e sotto la vegetazione.

Le specie prettamente acquatiche hanno un becco che è più lungo rispetto alle specie terrestri e lo utilizzano per catturare prede poco mobili o ancorate al fondale degli ambienti acquatici in cui vivono.
L'ibis bianco americano è specializzato nella cattura di gamberi d'acqua dolce e di piccoli granchi costieri mentre l'Ibis eremita mangia insetti e vermi terricoli.
Invece, l'Ibis sacro si nutre di carogne ed eventualmente insetti ma anche di serpenti. Si nutre anche di uova di pellicano o di coccodrillo ma solo se le trova già frantumate.
Le spatole invece, utilizzano il proprio becco appiattito muovendolo lateralmente da una parte all'altra mantenendolo aperto, in modo da catturare eventuali pesci e insetti acquatici.

Particolare del becco di un Ibis


Particolare del becco di una Spatola

La nidificazione è generalmente coloniale tranne che in alcune specie e possono essere colonie formate da decine di migliaia di individui. I siti di nidificazione sono molto vari e differenti a seconda della specie; l'ibis bianco americano, ad esempio, nidifica sugli alberi oppure tra cespugli e canneti. In alcuni casi anche sul suolo di acquitrini paludosi.
L'ibis eremita e l'ibis calvo nidificano soprattutto su scogliere e rocce mentre l'ibis hadada, oltre che sopra rocce e luoghi elevati, non disdegna nemmeno i pali dell'alta tensione o simili.
L'ibis faccianera s'appropria del nido dei rapaci e l'ibis collomoscio nidifica sulle palme (in Venezuela) e sulle scogliere (in Cile) ed in colonie a terra in Argentina.
Per la formazione della coppia nel periodo riproduttivo, solitamente il maschio procura i materiali per il nido, presentandoli in modo cerimonioso alla femmina.
La difesa del luogo prescelto per la nidificazione è compito di entrambi, come è compito di entrambi la cova delle uova e accudire i piccoli nati.

La sopravvivenza di Ibis e spatole nel proprio areale è condizionata dai cambiamenti ambientali e dalla caccia illegale.
L'ibis sacro, che per millenni era residente stagionale lungo le rive del Nilo, è scomparso dall'Egitto sin dalla prima metà del XIX secolo.
L'ibis eremita, che nidificava nell'area alpina dell'europa centrale almeno dall'età della Pietra fino al XVII secolo, ora è circoscritto in ridotte aree dell'Africa Settentrionale e del Medio Oriente dove sopravvive lottando contro esseri umani, predatori e habitat sempre più ridotti.
Da tempo scomparso in Europa, questo splendido uccello, che oggi non conta più di 1500 esemplari, è stato ritrovato in Asia minore verso la fine del XIX secolo ed ora si tenta un progetto di recupero e tutela della specie, anche in italia (Parco natura viva, Località Figara - Bussolengo).
La specie più minacciata è l'ibis crestato di cui ne esistono circa 360 esemplari di individui in Cina e Giappone. La sua diffusione era molto ampia in questi due paesi fino agli inizi del XX secolo, ed in Corea fino alla Seconda guerra Mondiale.
La scomparsa progressiva dell'areale di questo Ibis Crestato (foreste di pini circondate da zone acquitrinose, ha sicuramente contribuito alla progressiva riduzione di questa specie.
Sull'orlo dell'estinzione è anche l'Ibis gigante, presente solamente con pochi esemplari in alcune zone limitate dell'Asia sud-orientale.
Anche la spatola faccianera, un tempo molto diffusa, si sta riducendo notevolmente impoverendo sempre più la biodiversità del nostro pianeta.


IBIS EREMITA (Geronticus eremita)


Questo ibis, un tempo diffusissimo anche in Europa ha subito negli anni un vero e proprio sterminio della specie, ora diffusa solo in piccole zone del nord Africa e del Medio Oriente (Marocco e Siria).
La riduzione del suo habitat naturale per far spazio alle coltivazioni e agli allevamenti, i cambiamenti climatici e la caccia di frodo, sono sicuramente tra le cause principali del progressivo sterminio dell'Ibis eremita.
È un uccello trampoliere, imparentato con le Spatole e i mignattai, e deve il suo nome di "eremita" per l'abitudine a nidificare su pareti rocciose difficilmente accessibili.
Nella primavera del 2009 un gruppo di 6 ibis eremita è stato avvistato nella Palude di Fucecchio, ai margini dell'area umida intorno al Lago Borghese, in provincia di Pistoia (comune di Monsummano).


Questo animale non supera i 70-80 cm di lunghezza ed ha una apertura alare che varia solitamente tra i 120-140 cm e non supera i 600 g di peso.

I maschi sono tendenzialmente più grandi delle femmine e presentano un becco più lungo.
Il colore del piumaggio è nero corvino in entrambi i sessi, con riflessi metallici di colore verde, viola e bronzo soprattutto sulle ali e sul petto.
Sulla nuca hanno delle penne lanceolate e formano un ciuffo. Il resto del capo non presenta piumaggio e per questa caratteristica, prendono il nome latino del genere di "Geronticus" (=anziano, di aspetto anziano) perché il capo nudo con questi ciuffi di penne lanceolate ricordano per certi aspetti la calvizia di una persona anziana.
Hanno zampe lunghe e robuste, con forti unghie lievemente uncinate con quattro dita di cui una rivolta all'indietro e tre in avanti.
Gli occhi sono laterali, grandi e di colore giallo ocra.
Il. becco, caratteristica peculiare di Ibis e Spatole, è lungo, ricurvo e di colore rosso. Alla base, il becco è più largo e si stringe progressivamente verso la punta (mentre nella spatola si allarga verso la punta e si appiattisce).

È un uccello che tende a trascorrere la propria vita in gruppo. Per cercare il cibo predilige aree steppose ma lo si può trovare anche in aree coltivate o cespugliose.
Si nutrono di piccoli rettili ma anche insetti, piccoli mammiferi (soprattutto carcasse), altri uccelli, lumache, ragni e scorpioni.
Hanno cura dei piccoli ed entrambi covano le uova. I piccoli cominciano a volare all'incirca dopo 2 mesi di vita.

Era venerato, assieme all'Ibis sacro, nell'antico Egitto. A quei tempi veniva adorato come reincarnazione di Toth, lo scriba degli dei.
Nei geroglifici si rappresentava come un ibis eremita stilizzato la parole "akh", che significava "risplendere"; forse questo significato derivava dai riflessi metallici del suo piumaggio.
Erodoto parla degli uccelli del lago Stinfalo come muniti di ali dal piumaggio metallico che potevano lanciare come dardi verso le proprie vittime; una delle dodici fatiche di Ercole consisteva proprio nel liberare il lago Stinfalo da questi uccelli e si pensa che questi uccelli mitologici siano stati ispirati dall'ibis eremita.
In alcune civiltà, inoltre. si considera l'ibis eremita come il primo uccello che scese dall'Arca di Noè e per questo è considerato un simbolo di fertilità, anche perché il ritorno di quest uccelli in quelle zone, coincide con la bella stagione e con la maturazione dei frutti della terra.

Infine, numerosi paesi quali Austria, Marocco, Algeria, Sudan, Siria, Turchia e Yemen hanno francobolli raffiguranti questo animali. Sono tutti paesi dove questo uccello è presente oppure era presente.


IBIS SACRO (Threskiornis aethiopicus)







È un pelecaniforme che vive nell'Africa sub-sahariana, in Iraq e anticamente in Egitto, paese in cui adesso è praticamente estinto, e dove era venerato come simbolo del dio Thot.

Il piumaggio è di colore bianco con alcuni riflessi verdi o blu e le zampe, il becco e la coda sono nere.
Esistono esemplari, rari, di ibis sacro albino i quali raramente vivono molto a lungo perché più deboli e maggiormente soggetti al predatore.
Ibis sacro è grande e può raggiungere anche i 70 cm e pesare fino ai 2 kg ed avere un'apertura alare importante che può raggiungere anche i 130 cm.


Il volo di questo animale è particolare ed è rappresentativo della sua classe d'appartenenza, i ciconiformi. Esso infatti vola con le ali aperte e le zampe slanciate

Il suo habitat è molto vario; preferisce paludi, fiumi e acquitrini ma si spinge anche ai margini delle città e sulle coste marine.
Si può trovare in Africa a sud del deserto del Sahara, e nel Medio Oriente (Iran, Iraq..) dove è abbondante. Lo si può trovare anche nel delta del Nilo (alcuni avvistamenti sporadici), e vicino ai grandi fiumi come il Niger, il Tigri e l'Eufrate.


Recentemente, a seguito di un tentativo di ripopolamento di questa specie in Europa, L'ibis sacro ed altre specie di ibis sono stati introdotti in alcuni paesi tra cui la Francia, L'italia (nel sud, Sicilia compresa), Spagna.
È stato introdotto anche in Florida,
Alcuni gruppi di esemplari sono stati avvistati anche nel nord Italia, in particolare nel Parco naturale delle Lame del Sesia e sono giunti lì non per un progetto di ripopolamento ma spontaneamente.

A seguito della sua grande diffusione e, delle capacità d'adattamento elevate, l'ibis sacro non è considerato a rischio estinzione.
L'ibis sacro si nutre prevalentemente di carne (pesci, invertebrati, piccoli serpenti e batraci) ma anche di carogne e di semi e alghe.
Utilizza il suo lungo becco per afferrare le prede ed inghiottirle intere.


Si riproducono nel periodo estivo (tra giugno ed agosto) ed in questo periodo si riuniscono in ampi gruppi dove i maschi formano un harem di femmine, tentando anche di sottrarle ai rivali attraverso lotte cruente, gonfiamenti del petto e versi intimidatori.
Depongono un massimo di 5 uova, mediamente 2 o 3, che vengono covate dalla femmina la quale si occupa dei pulcini.
Verso le 4-5 settimane i giovani esemplari divengono indipendenti e a 20 anni sono in grado di riprodursi.
È un uccello molto antico di cui sono stati trovati reperti fossili antichi 2 milioni di anni in Malawi. Gli studiosi lo indicano come parente più stretto degli aironi ed infatti si dice che la scissione tra aironi ed ibis sia avvenuta circa 3 milioni di anni fa.
Ci sono alcune specie di ibis simili all'ibis sacro.
 Una si trova in Madagascar e differisce per le dimensioni e perché ha le estremità alari di color nero (
Threskiornis bernieri). L'altro invece è L'ibis bianco australiano(Threskiornis molucca) che ha una struttura corporea più grossa rispetto all'ibis sacro.
Un altra specie, simile all'ibis sacro ma incapace di volare, la si trovava in un isola dell'oceano indiano, Réunion, e si chiamava, "ibis di Réunion" che si estinse nel XVIII secolo.



Ibis di Réunion (Threskiornis solitarius)


Ibis bianco Australiano

Ibis sacro del Madagascar (Threskiornis bernieri)


L'ibis sacro, come l'ibis eremita, era considerato sacro dagli egizi e ci sono pareri discordanti su quale fosse il vero ibis raffigurato nei geroglifici per rappresentare il dio Thot. Si pensa, ad ogni modo, che essi volessero raffigurare l'ibis sacro ma non si esclude la presenza di ibis eremita di passaggio per l'Egitto, che potrebbero aver influenzato alcune antiche scritture.


Geroglifico del Dio egizio Thot, simbolo dell'intelligenza

l'ibis sacro era considerato tale dagli antichi egizi perché utile; si nutriva di carogne e serpenti ed era considerato puro poiché beveva solo acqua limpida che veniva utilizzata dai sacerdoti per compiere rituali.
L'ibis sacro era considerato un animale intelligente per il suo sguardo fisso sull'obiettivo ed anche per l'elegante postura.

Ai tempi dell'antica civiltà egizia, gli ibis venivano allevati in ampi spazi per poi essere mummificati e inseriti all'interno di anfore da dare ai fedeli che invocavano la grazia al dio Thot.
Stessa cosa avveniva con altri animali come il falco (dio Horo); furono trovati migliaia di ibis e falchi mummificati nella necropoli di Ermopoli ad indicare quanta importanza avessero questi animali.


Nel decimo volume della Naturalis historia di Plinio il vecchio si parla di come gli ibis venissero invocati contro le invasioni di serpenti e come gli stessi ibis venissero addomesticati dalla popolazione contro  gli ofidi stessi.
Sempre secondo Plinio il Vecchio i sacerdoti fermarono epidemie di peste immolando agli dei un ibis sacro.



IBIS SCARLATTO (Eudocimus ruber )


Ibis scarlatto
Animale di medie dimensioni che raggiunge un'apertura alare di circa 90 cm.
Abita le mangrovie di Trinidad e Tobago e vive anche in Colombia, Venezuela, e la costa nord del Brasile. Sono presenti anche a San Paolo e Paranà.
È essenzialmente stanziale ma durante la stagione secca può percorrere molti chilometri alla ricerca di territori di alimentazione idonei.
Si riproduce durante la stagione delle piogge, formando dei grandi gruppi coloniali che possono comprendere anche 5000 coppie.
Spesso queste colonie comprendono anche altre specie di ibis e di aironi.
I nidi vengono costruiti sugli alberi.
Le uova vengono covate una ventina di giorni e nascono fino a 5 piccoli con un piumaggio di colore bruno pallido.
Si nutrono prevalentemente di crostacei e molluschi ma anche di insetti e piccoli pesci che vivono nel fango e che trovano grazie al loro becco lungo e ricurvo.
La ricerca del cibo avviene in gruppi che variano da 20 a 60 individui.
Come per i fenicotteri, l'intensità del colore rosso è dovuta alla dieta ricca di gamberetti che cattura scandagliando l'acqua col becco.
Al momento non è considerato minacciato a livello globale anche se negli ultimi anni vi son state delle fluttuazioni annuali di nascite in gran parte dell'areale, attribuibile alla bonifica di paludi, alla caccia e alla predazione dei nidi.


IBIS GIGANTE (Thaumatibis gigantea)


È un animale molto raro, fotografato per la prima volta solamente nel 2003.
Ha un areale molto ristretto ed è in pericolo per la scomparsa del suo habitat e per l'uomo.
Lo si può trovare nel nord della Cambogia ed in pochissimi esemplari, forse un paio, nel Laos.
Recentemente, sono stati rivenuti esemplari anche in Vietnam, all'interno dello Yok Đôn National Park e fino agli anni '20 del secolo scorso era allevato nel sud-est della Thailandia.

È un uccello che vive in pianura nei pressi di paludi, acquitrini e grandi fiumi.
Vive anche in zone di passaggio tra foresta e pianura ed in stagni, anche effimeri, dovuti alla stagione delle pioggie, dove le foglie della vegetazione marciscono all'interno dell'acqua stagnante.
È il più grande ibis vivente al mondo; gli adulti possono arrivare a 106 cm di lunghezza con una altezza in posizione verticale di 100 cm con un peso stimato di 5 Kg circa.
Gli adulti hanno sempre un piumaggio grigio - marrone scuro, con la testa nuda, di colore grigiastro e bande scure sulla parte posteriore del collo. Gli occhi sono rosso scuro e le zampe sono normalmente di colore arancione.
Molto caratteristico è il suo verso di richiamo che lo si può sentire da molto lontano sia all'alba che al tramonto.


Si conosce poco dell abitudini di questo animale a causa della sua rarità ma soprattutto del fatto che vive in zone rese pericolose dagli umani (guerriglieri, terrorismo, guerre....).
Sappiamo che si nutre di invertebrati acquatici, anguille, crostacei e piccoli anfibi e rettili.
Si nutre regolarmente di locuste e cavallette nei momenti dell'anno in cui sono abbondanti ed occasionalmente integra la dieta con semi.
Si nutre anche di grilli talpa e rane, soprattutto al di fuori della stagione riproduttiva e cerca spesso il cibo negli strati superficiali delle zone lacustri/stagnanti.
Non si sa nulla del suo comportamento riproduttivo ma sono stati rivenuti i nidi che vengono costruiti sopra gli alberi, con preferenze per il Dipterocarpus

Solitamente i nidi sono distanti almeno 5Km da zone abitative anche se non sono particolarmente timidi e fuggono dall'uomo solo se si sentono in pericolo.
Le femmine depongono 2 uova durante la stagione delle piogge (da giugno a settembre).
È un animale territoriale e vive in gruppi numerosi a carattere famigliare (quasi sempre ogni individuo del gruppo ha legami di sangue) ma possono spostarsi durante la stagione secca in cerca di cibo e acqua.
L'ibis gigante è in pericolo critico d'estinzione non solo per le cause umane che contribuiscono a distruggere il suo habitat ma anche a causa dei predatori delle sue uova e della siccità.



SPATOLA BIANCA (Platalea leucorodia)


Spatola bianca
La spatola è un uccello che può raggiungere anche l'altezza di 85 cm e pesare 3 kg.
È caratterizzato da un becco a forma di spatola, lungo ed appiattito, con estremità di color giallastro e maggiore larghezza.
Il suo piumaggio varia a seconda della stagione; in inverno è di color bianco mentre nella stagione riproduttiva possono essere presenti delle macchie giallastre prevalentemente alla base del collo e sulla nuca.

A volte viene confuso per un airone, specialmente per un airone bianco maggiore con cui ha in comune l'habitat e le dimensioni ma è sufficiente osservare il 


Airone Bianco Maggiore, notare il becco
 completamente diverso dalla spatola, corto e giallo
becco per poterli distinguere.
La spatola vive in Europa, Asia, Africa del Nord. In Italia lo si può incontrare raramente e nidifica nei pressi dei corsi d'acqua sulla pianura Padana.
Necessità di zone umide e forma spesso colonie con altri uccelli acquatici come Aironi, garzette...
È stata oggetto di caccia ma ora la popolazione a livello mondiale è in aumento e infatti lo si può trovare più spesso nel delta del Po e nella laguna Veneziana.
Si nutre di invertebrati (insetti, molluschi e crostacei) ma anche piccoli pesci ed anfibi.
La cattura della preda avviene utilizzando un metodo "sociale", una "sorta di pesca di gruppo".

Infatti, le spatole si posizionano fianco a fianco nell'acqua bassa muovendo i becchi in simultanea e setacciando così il fondo melmoso.
L'estremità piatta e larga del becco, permette alla spatola di sentire la presenza della preda e catturarla.

La spatola nidifica in primavera-estate, da Marzo ad Agosto, in colonie.
La collocazione dei nidi è diversa e varia da luogo a luogo: nelle zone palustri il nido e tra i canneti, mentre nei boschi o ovunque ci siano alberi il nido può essere molto in alto, posizionato su rami resistenti in posizione strategica.

Depone da 3 a 5 uova, di color bianco con piccole macchioline marroni o nocciola. Le uova son covate da entrambi i genitori per circa 20 giorni. Quando il piccolo nasce è ricoperto da un folto piumaggio bianco ma il becco ha già la forma tipica della specie.
I pulcini vengono accuditi e nutriti per circa 3 mesi, finito questo tempo il pulcino saprà volare ma molto spesso i pulcini continuano a voler essere nutriti nonostante ormai siano già dei giovani adulti.



Spatola in volo