mercoledì 27 giugno 2012

Come ricostruire l’antica posizione dei continenti e il loro clima

Le zolle continentali si muovono sul globo terreste spinte  dalle correnti di circolazione del mantello magmatico. Si può ricostruire la posizione passata dei continenti utilizzando vari metodi; Il principale consiste nello studio del paleomagnetismo.
Molte rocce contengono materiali magnetici; quando esse erano allo stato fluido, in forma di lava o magma, questi minerali si disponevano secondo il campo magnetico terrestre. Nel corso della solidificazione l’allineamento magnetico si fissa. Se l’orientamento magnetico di una roccia non punta verso il Polo Nord, possiamo dedurre che quella roccia, dal momento della sua formazione, ha subìto una deviazione. Studiando l’orientamento magnetico di grandi blocchi di roccia d’età nota si può definire la loro posizione all’epoca della formazione.
Un altro metodo importante per l’identificazione dell’antica posizione dei continenti consiste nell’analisi dei paleoclimi. Tracce di antiche glaciazioni (solchi d’abrasione) indicano che il continente doveva trovarsi nei pressi di una regione polare, o che la zona era ad elevata altitudine.
Il minerale bauxite, invece, si forma solo in condizioni caldo-umide, quindi la sua presenza è un eccellente indicatore di pregressa localizzazione in zone tropicali. Depositi minerali chiamati evaporiti si formano solo per evaporazione dell’acqua da piccoli mari interni poco profondi, situati in prossimità della costa, come il Mar Morto; la presenza di evaporiti indica quindi condizioni d’elevata temperatura dell’acque e scarse precipitazioni.
Nel mare l’acido carbonico reagisce con ioni calcio per formare carbonato attraverso un processo termo-dipendente: i carbonati si trovano solo nelle acque calde dei tropici. anche la presenza di coralli fossili può indicare mari caldi e poco profondi, mentre i depositi di carbone sono derivati dalla fossilizzazione di piante vissute in condizioni di temperatura e piovosità elevate.
In molte regioni la storia di ogni chilometro quadrato è stata ricostruita a ritroso per periodi di milioni di anni e la deriva dei continenti è stata mappata in grande dettaglio.
Questo ci permette di elaborare ipotesi plausibili circa le modalità con le quali la deriva dei continenti ha influenzato l’origine della vita sulla terra e l’evoluzione degli ecosistemi e dei biomi.

Fonti
Mauseth, BOTANICA, fondamenti di biologia delle piante – Inserto 27.1

Per saperne di più:
http://www.mediatecaeuropea.it/video2.php?video=LA+DERIVA+DEI+CONTINENTI+%28esplorando+la+scienza%29.flv

http://it.wikipedia.org/wiki/Paleoclimatologia

http://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pubblicazioni/volume_clima_07/AT_03/3-12_pellegrini.pdf (PDF)

sabato 23 giugno 2012

Glaucus atlanticus

Sono dei simpaticissimi molluschi nudibranchi appartenenti al genere Glaucus e simili a Glaucilla marginata.
Conducono una vita pelagica, ovvero vivono muovendosi negli specchi d’acqua (sono tipici di mari tropicale e temperati) e galleggiano sulla superficie dell’acqua grazie ad una bolla d’aria trattenuta attraverso i cerata modificati.

Il corpo è di colore  blu con diverse sfumature e bianco nella zona ventrale, rivolta alla superficie, mentre il dorso, rivolto verso il fondale, è argentato come camuffamento dai possibili predatori. I cerata sono particolarmente sviluppati e ramificati ed hanno funzioni di sostegno. I cerata sono dello stesso colore del corpo, raggruppati a coppie e danno sostegno poiché le ramificazioni aumentano la superficie di contatto dell’organismo con la superficie d’acqua.

Condivide la sua nicchia ecologica con il “cugino” Glaucilla marginata e prediligono ambienti in cui vivono associati a sifonofori, navigando a testa in giù e facendosi trasportare dalle correnti marine e dai venti.
L’alimentazione di questi organismi è basata su Hydrozoa, in particolare appartenenti a generi quali Velella, Physalia e Porpita. Sono infatti ghiotti di cellule orticanti di questi idrozoi tra le quali prediligono, ad esempio, la “caravella portoghese”(Physalia physalis). Le cellule orticanti ottenute nutrendosi di questi organismi vengono immagazzinate all’interno di Glaucus atlanticus e simili a fini difensivi ed in particolare si concentrano nella zona dei cerata.
Studi indicando anche una propensione al “cannibalismo” ovvero a nutrirsi di rappresentanti della propria specie.

 

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Glaucus atlanticus sulla sinistra e Glaucillus marginatus sulla destra. © Gary Cob, www.nudibranch.com.au

 

 

 

Cerata: protuberanze cutanee tipiche di molti molluschi nudibranchi. Hanno diverse funzioni da quella respiratoria a quelle difensiva o digestiva.

Per saperne di più:

http://www.seaslugforum.net/showall/glauatla

http://www.seaslugforum.net/find/glaumarg

http://www.nhm.ac.uk/nature-online/species-of-the-day/collections/our-collections/glaucus-atlanticus/index.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Glaucus_atlanticus