mercoledì 1 ottobre 2014

Il disegno della vita - J. Craig Venter

Dopo molto tempo dal mio ultimo post a causa di mancanza di tempo e di spunti interessanti da proporvi, riprendo a scrivere proponendovi una lettura che può far chiarezza su un avvenimento scientifico considerato molto importante dalla stampa internazionale.
Il 20 Maggio 2010, Craig Venter annunciò al mondo la creazione del primo essere vivente in un laboratorio: una cellula "sintetica" ottenuta a partire da un cromosoma artificiale in grado di moltiplicarsi.

Nel libro "Il disegno della vita" (saggi Rizzoli), Venter analizza il percorso scientifico che lo ha portato a questo importante traguardo, analizzando nello specifico le tecniche utilizzate, i problemi accorsi al progetto ed i possibili sviluppi futuri.
È un libro che trovo semplice, scritto in un linguaggio comprensibile anche a chi non ha le basi scientifiche che spesso sono ostacolo per la comprensione di questo genere di saggi.
Lo consiglio a tutti, per farsi un'idea sull'avvenimento dopo aver letto il punto di vista del personaggio che ha reso possibile questo importante traguardo scientifico che getta le basi per nuovi possibili sviluppi scientifici.
È inoltre indicato a chi ha scritto articoli pessimi su questo avvenimento, al puro scopo di vendere qualche giornaletto in più, e a chi ha fatto di tutto per demonizzare questo studio in nome di una qualunque divinità o per pura invidia o puro senso d'anticonformismo.




Per saperne di più:

1) Articolo di Edoardo Boncinelli (corriere.it) del 21 Maggio 2010

2) BBC sull'argomento, 20 Maggio 2010

3) NYtimes 20 Maggio 2010

4) Economist 20 Maggio 2010

5) Nature 20 Maggio 2010

6) Estratto PDF della ricerca (inglese) da Sciencemag.org 

domenica 13 luglio 2014

Animali strani nel mondo animale (PARTE 2)

Eccoci qui con la seconda parte dedicata a questo excursus su alcuni animali strani che vivono su questo pianeta pieno di sorprese!

                                        IL CERVO DAL CIUFFO

Elaphodus cephalopus, chiamato anche "cervo dal ciuffo", è un mammifero della famiglia dei Cervidi che vive nelle foreste ad alta quota (sopra i 3500 metri) della Birmania e della Cina centrale ed anche India nord-orientale a a Myanmar.
A causa del suo ambiente impervio e del suo carattere schivo  non si conosce molto delle sue abitudine ma sicuramente risaltano agli occhi alcuni sue caratteristiche fisiche che lo rendono molto particolare.
In primo luogo alto, al garrese 50-60 cm ed ha un piccolo palco di corna.
Possiede un paio di incisivi superiori che sono simili a corte zanne e che fuoriescono dalla bocca anche quando questa è chiusa; questa è una caratteristica che gli accomuna a dei loro parenti stretti, i muntjak (Muntiacus muntjak). Sulla fronte ha un ciuffo di peli neri al quale si deve il nome comune. Il manto è nero, per mimetizzarsi al meglio nell'ambiente in cui vive, e la coda è bianca. 



                                     
                                        FOSSA
Il Fossa (Cryptoprocta ferox), è un mammifero carnivoro endemico del Madagascar.
È un animale che può essere scambiato per un grosso felino ma che in realtà è imparentato con la mangusta. È lungo 150-180 cm, compresa la coda lunga quanto il corpo, e pesa 7-12 Kg. L'altezza al garrese si aggira attorno ai 40 cm.
Ha una forma molto allungata e snella che gli conferisce, ad un occhio inesperto, somiglianze con piccoli puma.
Il pelo è rossiccio, di un colore simile a quello del canguro rosso (Macropus rufus) ed esistono esemplari melanici (con pelo molto scuro) soprattutto nel Madagascar orientale.
Essendo uno dei carnivori più grandi del Madagascar, si deduce che è in cima alla catena alimentare. Si nutre di lemuri, che riesce ad inseguire anche sugli alberi sfruttando la lunga coda per rimanere in equilibrio, ma può nutrirsi praticamente di ogni animale che popola l'isola anche se predilige, oltre ai lemuri, pollame e maiali.

La sua indole molto combattiva fa sì che riesca ad abbattere anche prede molto più grandi di lui; i malgasci affermano che possa uccidere anche gli Zebu (Bos indicus) e che possa aggredire l'uomo se si sente in pericolo.È un animale solitario che si riunisce in gruppi solo nel periodo dell'accoppiamento. È capace di occupare un territorio ampio di anche 10 Km.
Non si trova solamente sugli altopiani centrali che sono prevalentemente privi di alberi.
Lo si può trovare anche a 2500 metri, dove si nutre prevalentemente di Tenerec, un piccolo mammifero simile ai toporagni ed ai ricci.
È considerato dalla IUCN "animale vulnerabile" a causa della caccia degli allevatori che lo vedono come una minaccia per il bestiame e della deforestazione massiccia dell'isola.


Il Fossa è diffuso in ogni tipologia di habitat del Madagascar dove sono presenti alberi, anche pochi. Per cui è diffuso nelle foreste pluviali ed orientali ma anche nelle foreste occidentali e perfino nelle foreste spinose del sud dell'isola.




                                             GLAUCUS ATLANTICUS


Di questo bellissimo mollusco nudibranco, che a me sembra un Pokemon ma da ciò che mi hanno detto sarebbe uguale ad un Digimon, ho parlato abbondantemente in un articolo su questo stesso sito. Lo trovate qui.


                                      NEOCLINUS BLANCHARDI


È un pesce d'acqua salata che vive le soste del Pacifico Orientale, dalla Baia di San Francisco (California) alla Baja California in Messico.
La loro particolarità è la testa tozza, con occhi sporgenti ed una bocca enorme con mascelle estendibili collegate alla testa da delle membrane molto elastiche ed un corpo molto corto e affusolato.
Sono pesci fortemente territoriali che vivono all'interno di conchiglie ed in anfratti marini difendendoli dai propri simili in maniera aggressiva.
Infatti, se sentono minacciato il proprio territorio e la propria casa, non esitano ad assumere un atteggiamento aggressivo allargando le ampie mandibole per spaventare gli invasori del territorio. È stato notati che utilizzano la stessa tecnica per spaventare dei predatori.

Nel video sottostante potete notare il meccanismo di difesa all'opera.



 



                               L'ANTILOPE GIRAFFA (GERENUK)

L'antilope giraffa (Litocranius walleri) è tipica dell'Africa orientale (Tanzania, Kenya, Somalia). Il suo nome volgare deriva dal suo collo pronunciato che le permette di nutrirsi di foglie più alte sugli alberi, cosa che la rende simile alla giraffa.
Altra caratteristiche di questa antilope è la capacità di stare in piedi sulle gambe posteriori per raggiungere vegetazione posta ancora più in alto sugli alberi.










                                             PELOCHELYS BIBRONI

Conosciuta volgarmente come "Tartaruga  dal guscio molle gigante dell'Asia"  è l'unica specie vivente conosciuta del genere Pelochelys. 
Non va confusa con la tartaruga dal guscio molle gigante dello Yangtze (quasi estinta) con cui non è imparentata. È una specie poco studiata di cui si pensa esistano diversi taxa ancora non individuati.
Recenti studi indicherebbero almeno l'esistenza di due taxa diversi che distinguerebbero una specie dell'asia ed una più tipica della Nuova Guinea (P. bibroni).
Questa specie ha una testa larga con piccoli occhi. Carapace privo di protuberanze (liscio= e di colo verde militare- verde oliva.
È la tartaruga d'acqua dolce più grande del mondo e misura circa 2 metri di lunghezza.
Preda pesci, molluschi, crostacei a cui tende imboscate sepolta sul fondale fangoso di laghe e corsi d'acqua dolce mantenendo fuori solo la testa.
Il suo nome volgare è dovuto al suo aspetto flaccido ed appiattito.



                                          AYE-AYE

Daubentonia madagascariensis, conosciuto anche come Aye-Aye è un primate tipico del Madagascar, unico rappresentante vivente del suo genere e della sua famiglia.
Vive principalmente le zone costiere del Madagascar orientale ed il suo habitat principale sono le foreste pluviali al di sopra dei 550 m d'altitudine.
Assomiglia vagamente ad un lemure di altezza non superiore ai 90 cm.
Il suo pelo è folto, lungo e di color nero oppure marrone scuro con sfumature di rosso sul ventre e macchie bianche a formare una sorta di collare attorno al collo.
Ha caratteristiche fisiche appartenenti sia al mondo dei primati, di qui fa parte, che dei roditori e ciò lo rende unico nel suo genere.
I primi zoologi che lo studiarono lo credevano una sorta di scoiattolo gigante che si nutriva di lombrichi, che infilzava con il lungo dito medio, e viveva all'interno di tronchi ecc....
Ha incisivi lunghi e piatti, simili a quelli dei roditori, a crescita continua. Possiede polici opponibili, dita lunghe con grossi artigli, soprattutto il terzo dito che è lunghissimo ed utilizza per procacciarsi il cibo.
È stato descritto, in passato, come n animale con orecchie da chirotterom faccia da volpe, occhi da gatto, corpo da scimmia, mani da strega e coda e denti da scoiattolo.... una chimera della mitologia insomma!
È notturno e vive, come già accennato, all'interno di tronchi cavi o alla biforcazione di grossi rami dove crea un nido utilizzando ammassi di foglie. È tendenzialmente arboricolo, si muove la notte anche per molti chilometri saltanto di ramo in ramo. A causa della sua struttura corporea gli risulta molto più semplice muoversi saltando da un ramo all'altro invece che camminare orizzontale.
Sono territoriali e possiedono territori molto ampi che marcano utilizzando secrezioni ghiandolari. La comunicazione tra loro, che si pensava essere molto primitiva, in realtà avviene sia attraverso queste secrezioni ghiandolari ma anche attraverso versi che producono e sibili.
Si nutrono di vermi, larve e pupe di insetti oltre che di vegetali.
Il dito medio molto sviluppato è utilizzato per procurarsi il cibo, per dare colpetti alla corteccia degli alberi in cerca di nutrimento e per estrarre il midollo del bambù e della canna da zucchero.
Lo utilizzano anche per scavare la polpa di frutti come le noci di cocco.
Utilizza il dito medio anche per bere; infatti, dopo aver creato un foro, ad esempio, nella noce di cocco, bagna il dito del liquido e se lo porta alla bocca.
Gli Aye Aye hanno l'abitudine di sepellire i rifiuti dei loro pasti.


Dettaglio dita di aye aye


                                              In questo video, ecco come si nutre Aye-aye







sabato 12 luglio 2014

Animali strani nel mondo animale (PARTE 1)

Madre Natura riserva sempre delle sorprese e molte differenze di forma, colore, abitudini all'interno dei vari regni presenti sul pianeta.
Il regno animale è ricchissimo di animali stravaganti e di cui ignoriamo l'esistenza.
Qui di seguito ne elencherò qualcuno, sperando di fare cosa gradita.


                                                           PESCI PACU
I pesci Pacu sono un insieme di diverse specie di pesci imparentati con i Piranha. Questi sono pesci vegetariani che normalmente si trovano nei grandi fiumi del Sud America.
Generalmente sono più grandi dei piranha e sembrerebbero, in apparenza, possedere una struttura molto "standard".
Ciò che li rende particolari è la dentatura la quale è molto differente da quella dei piranha. Mentre i piranha hanno denti aguzzi e taglienti visibili anche quando hanno la bocca chiusa, i pesci Pacu possiedono una dentatura molto simile a quella umana (denti appiattiti ed ampi) e questi non sono visibili quando la bocca è chiusa.
I loro denti sono funzionali alla dieta di questo pesce che si nutre di cose molto dure come semi e noci e per cui vengono anche chiamati "pesci schiaccianoci".

Particolare di dentatura di Pesce Pacu
                                                       POLPO  DUMBO Il "Polpo Dumbo" è un nome comune dato ai polpi, appartenenti al genere Grimpoteuthis, che possiedono due protuberanze che ricordano le orecchie del famoso elefantino della Disney.
Vivono in acque profonde tra i 400 ed i 5000 metri e sono difficilmente avvistabili a cause delle grandi profondità che possono raggiungere.
Si nutrono di crostacei e vermi marini ma non si conosce molto della loro dieta per la grande difficoltà con cui si riesce a scovarli nelle profondità.
Essi vivono anche nei prezzi di camini idrotermali marini che sono zone sul fondo del mare da cui fuoriescono acqua calda e flussi continui di minerali grazi all'attività vulcanica.
Quelle che sembrano orecchie enormi in realtà sono pinne che vengono utilizzate per il movimento verticale (quindi per la risalita).
Nel video qui sotto, potete vedere un esempio di Grimpoteuthis bathynectes

                                                            Ragni Spinosi
Il genere Gasteracantha contiene ragni caratterizzati dalla presenza di numerosi aculei  sulla parte posteriore del corpo (opistostoma).
Possiamo trovare esemplari di quest ragni spinosi in sud America, Australia, Madagascar e in Asia orientale e sud orientale. Sono carnivori e si nutrono di insetti che intrappolano grazie alla loro ragnatela.
Non si sa bene per quale motivo questi ragni siano spinosi; l'ipotesi più accreditata afferma che questa struttura si sia evoluta a scopo difensivo (ingoiare qualcosa di spinoso è sempre complicato) ma anche per mimetizzarsi nelle foreste pluviali da possibili predatori.



                              ARMADILLO ROSA
Di questo simpatico animaletto, chiamato in Sud america Pichi Ciego, ho già dedicato un articolo in passato per cui vi rimando qui

                                  "SERPENTE" PENE


Animale molto strano il "serpente pene" (Atretochoana eiselti), un anfibio ritrovato in Sud America, dove sono state individuate varie specie,  dopo il riconoscimento del primo individuo (fiume Madeira, Sud america 2011).
Il nome volgare trae in inganno perchè non è un serpente ma un anfibio della famiglia dei Caeciliidae che può raggiungere la dimensione di 80cm.
Sono apodi (senza arti) ed utilizzando l'olfatto per orientarsi nel loro ambiente.
È un animale di cui si conosce ancora poco. Si pensa abbia abitudini prettamente acquatiche, poichè test genetici hanno evidenziato una certa famigliarità con le salamandre prive di polmoni e che sia vivipara.
Atretochoana eiselti
Foto che mostra testa flessa di Atretochoana eiselti in movimento
                                     Scimmia Nasica
Questa Bizzarra scimmia, Nasalis larvatus, è originaria del Borneo e vivono in giungle  e foreste di mangrovie. L'appendice nasale pendula, particolarmente sviluppati nei maschi, è il segno più distintivo e che rende strano questo splendido animale minacciato dalla continua perdita del suo ecosistema e dal fatto che sono considerati un cibo prelibato.
L'appendice nasale, nei maschi più anziani, può raggiungere anche i 18 cm  e anche se non è ben chiara l'utilità di un appendice così pronunciata, si pensa che possa essere una struttra importante per la produzione dei richiami sessuali e, con tutta probabilità, come carattere sessuale secondario.

Un altra ipotesi, invece, afferma che questa struttura nasale così pronunciata potrebbe essere utile per la dispersione di calore in un ambiente molto caldo e umido come quello del Borneo.
La scimmia Nasica si ciba di frutta acerba perché la frutta matura fermenterebbe all'interno del loro apparato digestivo causando gonfiori e dolori che possono anche essere fatali.

L'apparato digerente è diviso in 4 parti in cui è presente una ricca e forte flora batterica che permette la digestione della cellulosa e l'annullamento del potere tossico contenuto in alcune piante di cui si nutrono.
In Indonesia vengono chiamate "scimmie olandesi" in segno di disprezzo nei confronti degli antichi colonizzatori olandesi che erano grassi e col naso lungo.

Image credit: Bjørn Christian Tørrissen, via Wikimedia Commons.

                              PESCE STREGA (HAGFISH o Missina)
Pesce molto particolare in quanto è l'unico pesce che possiede un cranio ma non la colonna vertebrale.
Appartengono alla famiglia delle Myxinidae e sono considerati fossili viventi.
Vivono nelle profondità marine ed assomigliano, come aspetto a delle anguille. Non hanno mascelle, spine, squame e la loro vista è molto scarsa poiché utilizzano il senso dell'olfatto per spostarsi in mare e riconoscere le prede.
Sono conosciute tantissime varietà di questa famiglia d'animali marini, alcune con colorazioni particolari (scale di rosa) fino al marrone o al grigio.
Si nutrono di animali morti ma possono anche cacciare prede vive, attaccandosi a loro e nutrendosi di ci che hanno all'interno creando ulcerazioni nel corpo della preda.
Cosa molto curiosa è che possono produrre una sostanza gelatinosa e melmosa che può soffocare gli squali e qualunque altro predatore. Questa melma al contatto con l'acqua si espande all'inverosimile imprigionano ogni cosa, hagfish compresi ma quest'ultimi sono capaci, nella maggior parte dei casi, di liberarsi dalla melma e allontanarsi.
Qui di seguito un video di una Missina che produce "la melma anti-predatori"



                                                          PESCE LUNA
Il Pesce Luna (Mola mola), chiamato "pesce sole" dagli americani che devono sempre fare gli alternativi :D ,
è il più grande tra i  pesci ossei. Predilige il mare aperto ma è localizzabile anche in acqua costiere in zone tropicale, temperate e fredde (è stato trovato fino alle coste norvegesi e di Terranova). Lo si può avvistare anche nel mediterraneo ma se non siete fortunati potrete vederlo all'acquario di Genova.
Nell'emisfero Australe invece, è avvistabile lungo le coste di Sud Africa e Australia ed anche lungo le coste della Terra Del fuoco.
Può raggiungere anche i 4.5 metri di altezza e 3 di lunghezza. La sua forma schiacciata e allungata (ovoidale)
La locomozione è affidata soprattutto alle pinne dorsale e anale che sono opposte e simmetriche, di forma allungata (soprattutto la pinna anale). La pinna dorsale è sviluppata e a forma di ventaglio.
I denti sono fusi formando una sorta di becco.
Si ciba di plancton e meduse e le aperture brachiali sono ridotte e formate da un unica apertura poco prima della pinna pettorale.
La pelle del Mola mola può diventare molto spessa, fino a oltre 15 cm, e può ospitare notevoli quantità di parassiti e microorganismi, alcuni dei quali possono provocare bioluminescenza sulla superficie di questo pesce.
Il pesce luna a volta sale in superficie e si adagia su un fianco a pelo d'acqua. Sembra che in questo moda egli possa eliminare i parassiti che vengono mangiati da uccelli.
È un pesce molto longevo che secondo studi può anche raggiungere ampiamente il secolo di vita.

Mola mola e subacqueo

                                                   PESCE BLOB
Il pesce blob (Psychrolutes marcidus) è un pesce che vive le profondità marine tra i 500 ed i 1200 metri in Australia.
La composizione gelatinosa e flaccida della sua carne, lo rende meno denso dell'acqua, e quindi capace di galleggiare sopra il fondo del mare con poca fatica.
Non avendo praticamente massa muscolare, attende letteralmente che il cibo gli arrivi vicino ed assume senza problemi qualunque particella alimentari che s'aggira vicino alla sua bocca.
È un animale minacciato di estinzione a causa della pesca a strascico.



                                                  GRANCHIO YETI
Kiwa Hirsuta, conosciuto ai più come "granchio yeti", è stato scoperto nel 2005 al largo dell'Isola di Pasquaa 2200 metri di profondità. Vive nei pressi di sorgenti idrotermali vulcaniche.
Segni distintivi di questo crostaceo sono le chele molto lunghe, gli occhi atrofizzati e, soprattutto, lunghi filamenti setosi di colore giallastro- marrone che ospitano colonie batteriche.

Kiwa hirsuta

                              COLUGO DELLA SONDA

Il Colugo della Sonda, Galeopterus variegatus, è un mammifero appartenente alla famiglia dei cinocefalidi che impropriamente viene anche chiamate "Lemure volante della Sonda" ed a cui appartiene un'unica altra specie vivente nelle Filippine.
Il nome comune di lemure volante può trarre in inganno ma questo animale non è un lemure. Ha le dimensioni di un piccolo felino, con muso affusolato ed una faccia che ricorda quella dei chirotteri (pipistrelli), con grandi occhi e orecchie piccole di forma arrotondata.
È dotato di una membrana (petagio) che si estende dal collo fino alle punte delle dita dei quattro arti e fino alla coda. Questa membrana, oltre a permettere all'animale di palanare, viene utilizata come fosse una piccola amaca per accogliere il piccolo.
L'adulto del Colugo può arrivare a misurare 30-40 c, per un peso di quasi 2 Kg.
Sono animali crepuscolari-notturni, arboricoli che dormono durante il giorno. Il patagio, permette di planare anche per distanze di oltre 100 metri. Inoltre sono abili arrampicatori e sono molto lenti al suolo perchè il patagio risulta ingombrante a terra.
Vive in Thailandia, Malesia, Borneo, arcipelago Filippino, Sumatra, Giava nelle foreste pluviali ma anche in piantagioni di cocco e banani.
Piccola curiosità sulla sua pelliccia; il suo colore lo mimetizza quando è attaccato a tronchi degli alberi tanto da sembrare della corteccia con dei licheni sopra.



Per oggi concludo qui. Presto la seconda parte (lunedi o martedi della prossima settimana) :)

mercoledì 4 giugno 2014

"La roccia animale:" Pyura chilensis

Pyura chilensis è un organismo marino simile d'aspetto ad una roccia e che, in realtà, è un tunicato appartenente alla classe degli Ascidiacea , microfaghi filtratori, sessili che come forma solitamente ricordano quella di un vaso.

Pyura chilensis

Si trovano sulle coste rocciose del Cile e del Perù e nonostante l'aspetto non molto piacevole è commercializzato nel sud america e considerato, in alcuni zone, una prelibatezza culinaria della tradizione locale.
Viene consumato sia cotto che crudo, accompagnato a riso, e quando viene mangiato crudo  lo si irrora di succo di limone e peperoncino.
Nel video qui sotto, dal minuto 3:30, potete osservare una puntata del famoso format Statunitense "Bizarre food" in cui il protagonista Andrew Zimmern assaggia questo particolare cibo durante una visita gastronomica in Cile.


Questo invertebrato marino si nutre filtrando dall'acqua il materiale organico ed i microrganismi e possiede alcune caratteristiche tipiche dei cordati come la faringe e la notocorda perforata.
È un animale che nasce maschio poi, crescendo, diviene ermafrodita e si riproduce rilasciando in acqua nuvole di gameti maschili e femminili i quali, se non trovano gameti provenienti da altre Pyura, si autofecondano.
La fecondazione avviene esternamente quindi; dall'uovo fecondato nasce una larva natante simile ad un girino e dotata di corda dorsale che dopo un periodo di vita libera si fissa al fondale marino e, attraverso un processo di metamorfosi, diviene una piccola ascidia che aumenterà il proprio volume nutrendosi.

Il corpo di Pyura chilensis è caratterizzato da un rivestimento coriaceo (tunica coriacea) e possiede un sifone inalante che serve all'organismo per aspirare l'acqua ed un sifone esalante che espelle l'acqua insieme alle scorie ma  espelle anche i gameti quando deve riprodursi.
 La filtrazione dell'acqua avviene all'interno della tunica, nel cestello branchiale ed il movimento del flusso d'acqua è favorito dal tante cilia che battono in sincronia.

Vive solitamente in ampie colonie nella zona intertidale del litorale, una zona "di confine" soggetta all'alzamento e abbassamento delle maree.
È fonte di cibo per moltissimi organismi marini delle coste sud americane, tra cui spiccano molti molluschi della famiglia Muricidae.
Nonostante  l'ampio sfruttamento di questo invertebrato per la pesca nella costa cilena, Pyura non sembra in pericolo d'estinzione probabilmente per il suo metodo di riproduzione che permette di avere una certa resistenza agli stress esterni che potrebbero interferire sulla popolazione.

Pyura è caratterizzato da un forte gusto di iodio, in realtà derivante da grosse concentrazioni di vanadio, che si trova disciolto nel sangue. A causa delle alte concentrazioni di vanadio, elemento tossico per l'uomo in grosse quantità (soprattutto se allo stato di polvere), se ne sconsiglia un ampio consumo per evitare danni da accumulo; questa avvertenza è diffusa nelle zone del sud america dove lo si consuma abitualmente in via del tutto precauzionale poiché non esiste ancora uno studio approfondito riguardo al consumo di vanadio per mezzo di questo invertebrato.
È comunque sicuro ed appurato che la concentrazione di vanadio all'interno di Pyura è anche di 10 milioni di volte superiore rispetto alla concentrazione nell'ambiente marino.




martedì 13 maggio 2014

L'ibis e i suoi fratelli

L'Ibis è un uccello appartenente alla famiglia dei Threskiornithidae, una famiglia dell'ordine dei Pelecaniformi.
Essi vivono in zone paludose e lacustri e anche nelle savane e nelle pianure del Sud America, Nord America meridionale, Europa meridionale, Asia, Africa e Australia.
Della famiglia dei Threskiornithidae fanno parte gli Ibis (sottofamiglia dei Threskiornithinae), famosi anche grazie alla civiltà egizia che li venerava, e le Spatole (sottofamiglia Plataleinae).
Ibis e spatole sono uccelli di corporatura medio-grande, con un becco di forma particolare, caratterizzante delle sottofamiglie.
Quasi tutti gli Ibis e le spatole hanno istinti sociali e particolare cura nella nidificazione oltre che dei piccoli nati. Sono inoltre caratterizzati da un volo a schiera, tipico degli uccelli socialmente molto sviluppati e dei grandi migratori.
Molte specie sia di ibis, sia di spatole, si muovono in schieramenti compatti o in lunghe linee sinuose, alternando batter d'ali a planate. Presso i migliori siti di foraggiamento si insediano comunità promiscue di cui fanno parte anche aironi, cicogne e cormorani.
I posatoi possono essere temporanei, cioè legati alla durata delle risorse alimentari, o permanenti.

La loro socializzazione non si riduce agli esemplari della stessa specie ma esistono prove che dimostrano coabitazione di varie specie di Ibis e spatole nello stesso ambiente.
Segno distintivo di questi uccelli è il becco lungo che negli Ibis diventa sottile e arcuato mentre nelle spatole diviene largo e appiattito (soprattutto nella parte terminale).
I rappresentanti di questa famiglia hanno il capo privo di penne, e l'Ibis Sacro (
Threskiornis aethiopicus ) ha nudo anche il collo.
Il colore è uniforme e varia da colori molto chiari al nero; sono dotati di ornamenti specifici come le penne secondarie allungate tipiche dell'ibis sacro, ed il rosso vivo della pelle dell'ibis bianco americano, o i tubercoli sgargianti sul capo dell'ibis faccianera.

Ibis bianco americano (Eudocimus albus)
Solitamente, i maschi sono più grande delle femmine ed entrambi si occupano dei piccoli.
L'alimentazione di ibis e spatole si basa prettamente su ciò che si trova nelle zone che abitano (paludi, stagni e savane). Essi si nutrono di una gran varietà d'insetti, rane, crostacei e pesci utilizzando il becco come "sensore tattile" per trovare il cibo nel fango, nei buchi e sotto la vegetazione.

Le specie prettamente acquatiche hanno un becco che è più lungo rispetto alle specie terrestri e lo utilizzano per catturare prede poco mobili o ancorate al fondale degli ambienti acquatici in cui vivono.
L'ibis bianco americano è specializzato nella cattura di gamberi d'acqua dolce e di piccoli granchi costieri mentre l'Ibis eremita mangia insetti e vermi terricoli.
Invece, l'Ibis sacro si nutre di carogne ed eventualmente insetti ma anche di serpenti. Si nutre anche di uova di pellicano o di coccodrillo ma solo se le trova già frantumate.
Le spatole invece, utilizzano il proprio becco appiattito muovendolo lateralmente da una parte all'altra mantenendolo aperto, in modo da catturare eventuali pesci e insetti acquatici.

Particolare del becco di un Ibis


Particolare del becco di una Spatola

La nidificazione è generalmente coloniale tranne che in alcune specie e possono essere colonie formate da decine di migliaia di individui. I siti di nidificazione sono molto vari e differenti a seconda della specie; l'ibis bianco americano, ad esempio, nidifica sugli alberi oppure tra cespugli e canneti. In alcuni casi anche sul suolo di acquitrini paludosi.
L'ibis eremita e l'ibis calvo nidificano soprattutto su scogliere e rocce mentre l'ibis hadada, oltre che sopra rocce e luoghi elevati, non disdegna nemmeno i pali dell'alta tensione o simili.
L'ibis faccianera s'appropria del nido dei rapaci e l'ibis collomoscio nidifica sulle palme (in Venezuela) e sulle scogliere (in Cile) ed in colonie a terra in Argentina.
Per la formazione della coppia nel periodo riproduttivo, solitamente il maschio procura i materiali per il nido, presentandoli in modo cerimonioso alla femmina.
La difesa del luogo prescelto per la nidificazione è compito di entrambi, come è compito di entrambi la cova delle uova e accudire i piccoli nati.

La sopravvivenza di Ibis e spatole nel proprio areale è condizionata dai cambiamenti ambientali e dalla caccia illegale.
L'ibis sacro, che per millenni era residente stagionale lungo le rive del Nilo, è scomparso dall'Egitto sin dalla prima metà del XIX secolo.
L'ibis eremita, che nidificava nell'area alpina dell'europa centrale almeno dall'età della Pietra fino al XVII secolo, ora è circoscritto in ridotte aree dell'Africa Settentrionale e del Medio Oriente dove sopravvive lottando contro esseri umani, predatori e habitat sempre più ridotti.
Da tempo scomparso in Europa, questo splendido uccello, che oggi non conta più di 1500 esemplari, è stato ritrovato in Asia minore verso la fine del XIX secolo ed ora si tenta un progetto di recupero e tutela della specie, anche in italia (Parco natura viva, Località Figara - Bussolengo).
La specie più minacciata è l'ibis crestato di cui ne esistono circa 360 esemplari di individui in Cina e Giappone. La sua diffusione era molto ampia in questi due paesi fino agli inizi del XX secolo, ed in Corea fino alla Seconda guerra Mondiale.
La scomparsa progressiva dell'areale di questo Ibis Crestato (foreste di pini circondate da zone acquitrinose, ha sicuramente contribuito alla progressiva riduzione di questa specie.
Sull'orlo dell'estinzione è anche l'Ibis gigante, presente solamente con pochi esemplari in alcune zone limitate dell'Asia sud-orientale.
Anche la spatola faccianera, un tempo molto diffusa, si sta riducendo notevolmente impoverendo sempre più la biodiversità del nostro pianeta.


IBIS EREMITA (Geronticus eremita)


Questo ibis, un tempo diffusissimo anche in Europa ha subito negli anni un vero e proprio sterminio della specie, ora diffusa solo in piccole zone del nord Africa e del Medio Oriente (Marocco e Siria).
La riduzione del suo habitat naturale per far spazio alle coltivazioni e agli allevamenti, i cambiamenti climatici e la caccia di frodo, sono sicuramente tra le cause principali del progressivo sterminio dell'Ibis eremita.
È un uccello trampoliere, imparentato con le Spatole e i mignattai, e deve il suo nome di "eremita" per l'abitudine a nidificare su pareti rocciose difficilmente accessibili.
Nella primavera del 2009 un gruppo di 6 ibis eremita è stato avvistato nella Palude di Fucecchio, ai margini dell'area umida intorno al Lago Borghese, in provincia di Pistoia (comune di Monsummano).


Questo animale non supera i 70-80 cm di lunghezza ed ha una apertura alare che varia solitamente tra i 120-140 cm e non supera i 600 g di peso.

I maschi sono tendenzialmente più grandi delle femmine e presentano un becco più lungo.
Il colore del piumaggio è nero corvino in entrambi i sessi, con riflessi metallici di colore verde, viola e bronzo soprattutto sulle ali e sul petto.
Sulla nuca hanno delle penne lanceolate e formano un ciuffo. Il resto del capo non presenta piumaggio e per questa caratteristica, prendono il nome latino del genere di "Geronticus" (=anziano, di aspetto anziano) perché il capo nudo con questi ciuffi di penne lanceolate ricordano per certi aspetti la calvizia di una persona anziana.
Hanno zampe lunghe e robuste, con forti unghie lievemente uncinate con quattro dita di cui una rivolta all'indietro e tre in avanti.
Gli occhi sono laterali, grandi e di colore giallo ocra.
Il. becco, caratteristica peculiare di Ibis e Spatole, è lungo, ricurvo e di colore rosso. Alla base, il becco è più largo e si stringe progressivamente verso la punta (mentre nella spatola si allarga verso la punta e si appiattisce).

È un uccello che tende a trascorrere la propria vita in gruppo. Per cercare il cibo predilige aree steppose ma lo si può trovare anche in aree coltivate o cespugliose.
Si nutrono di piccoli rettili ma anche insetti, piccoli mammiferi (soprattutto carcasse), altri uccelli, lumache, ragni e scorpioni.
Hanno cura dei piccoli ed entrambi covano le uova. I piccoli cominciano a volare all'incirca dopo 2 mesi di vita.

Era venerato, assieme all'Ibis sacro, nell'antico Egitto. A quei tempi veniva adorato come reincarnazione di Toth, lo scriba degli dei.
Nei geroglifici si rappresentava come un ibis eremita stilizzato la parole "akh", che significava "risplendere"; forse questo significato derivava dai riflessi metallici del suo piumaggio.
Erodoto parla degli uccelli del lago Stinfalo come muniti di ali dal piumaggio metallico che potevano lanciare come dardi verso le proprie vittime; una delle dodici fatiche di Ercole consisteva proprio nel liberare il lago Stinfalo da questi uccelli e si pensa che questi uccelli mitologici siano stati ispirati dall'ibis eremita.
In alcune civiltà, inoltre. si considera l'ibis eremita come il primo uccello che scese dall'Arca di Noè e per questo è considerato un simbolo di fertilità, anche perché il ritorno di quest uccelli in quelle zone, coincide con la bella stagione e con la maturazione dei frutti della terra.

Infine, numerosi paesi quali Austria, Marocco, Algeria, Sudan, Siria, Turchia e Yemen hanno francobolli raffiguranti questo animali. Sono tutti paesi dove questo uccello è presente oppure era presente.


IBIS SACRO (Threskiornis aethiopicus)







È un pelecaniforme che vive nell'Africa sub-sahariana, in Iraq e anticamente in Egitto, paese in cui adesso è praticamente estinto, e dove era venerato come simbolo del dio Thot.

Il piumaggio è di colore bianco con alcuni riflessi verdi o blu e le zampe, il becco e la coda sono nere.
Esistono esemplari, rari, di ibis sacro albino i quali raramente vivono molto a lungo perché più deboli e maggiormente soggetti al predatore.
Ibis sacro è grande e può raggiungere anche i 70 cm e pesare fino ai 2 kg ed avere un'apertura alare importante che può raggiungere anche i 130 cm.


Il volo di questo animale è particolare ed è rappresentativo della sua classe d'appartenenza, i ciconiformi. Esso infatti vola con le ali aperte e le zampe slanciate

Il suo habitat è molto vario; preferisce paludi, fiumi e acquitrini ma si spinge anche ai margini delle città e sulle coste marine.
Si può trovare in Africa a sud del deserto del Sahara, e nel Medio Oriente (Iran, Iraq..) dove è abbondante. Lo si può trovare anche nel delta del Nilo (alcuni avvistamenti sporadici), e vicino ai grandi fiumi come il Niger, il Tigri e l'Eufrate.


Recentemente, a seguito di un tentativo di ripopolamento di questa specie in Europa, L'ibis sacro ed altre specie di ibis sono stati introdotti in alcuni paesi tra cui la Francia, L'italia (nel sud, Sicilia compresa), Spagna.
È stato introdotto anche in Florida,
Alcuni gruppi di esemplari sono stati avvistati anche nel nord Italia, in particolare nel Parco naturale delle Lame del Sesia e sono giunti lì non per un progetto di ripopolamento ma spontaneamente.

A seguito della sua grande diffusione e, delle capacità d'adattamento elevate, l'ibis sacro non è considerato a rischio estinzione.
L'ibis sacro si nutre prevalentemente di carne (pesci, invertebrati, piccoli serpenti e batraci) ma anche di carogne e di semi e alghe.
Utilizza il suo lungo becco per afferrare le prede ed inghiottirle intere.


Si riproducono nel periodo estivo (tra giugno ed agosto) ed in questo periodo si riuniscono in ampi gruppi dove i maschi formano un harem di femmine, tentando anche di sottrarle ai rivali attraverso lotte cruente, gonfiamenti del petto e versi intimidatori.
Depongono un massimo di 5 uova, mediamente 2 o 3, che vengono covate dalla femmina la quale si occupa dei pulcini.
Verso le 4-5 settimane i giovani esemplari divengono indipendenti e a 20 anni sono in grado di riprodursi.
È un uccello molto antico di cui sono stati trovati reperti fossili antichi 2 milioni di anni in Malawi. Gli studiosi lo indicano come parente più stretto degli aironi ed infatti si dice che la scissione tra aironi ed ibis sia avvenuta circa 3 milioni di anni fa.
Ci sono alcune specie di ibis simili all'ibis sacro.
 Una si trova in Madagascar e differisce per le dimensioni e perché ha le estremità alari di color nero (
Threskiornis bernieri). L'altro invece è L'ibis bianco australiano(Threskiornis molucca) che ha una struttura corporea più grossa rispetto all'ibis sacro.
Un altra specie, simile all'ibis sacro ma incapace di volare, la si trovava in un isola dell'oceano indiano, Réunion, e si chiamava, "ibis di Réunion" che si estinse nel XVIII secolo.



Ibis di Réunion (Threskiornis solitarius)


Ibis bianco Australiano

Ibis sacro del Madagascar (Threskiornis bernieri)


L'ibis sacro, come l'ibis eremita, era considerato sacro dagli egizi e ci sono pareri discordanti su quale fosse il vero ibis raffigurato nei geroglifici per rappresentare il dio Thot. Si pensa, ad ogni modo, che essi volessero raffigurare l'ibis sacro ma non si esclude la presenza di ibis eremita di passaggio per l'Egitto, che potrebbero aver influenzato alcune antiche scritture.


Geroglifico del Dio egizio Thot, simbolo dell'intelligenza

l'ibis sacro era considerato tale dagli antichi egizi perché utile; si nutriva di carogne e serpenti ed era considerato puro poiché beveva solo acqua limpida che veniva utilizzata dai sacerdoti per compiere rituali.
L'ibis sacro era considerato un animale intelligente per il suo sguardo fisso sull'obiettivo ed anche per l'elegante postura.

Ai tempi dell'antica civiltà egizia, gli ibis venivano allevati in ampi spazi per poi essere mummificati e inseriti all'interno di anfore da dare ai fedeli che invocavano la grazia al dio Thot.
Stessa cosa avveniva con altri animali come il falco (dio Horo); furono trovati migliaia di ibis e falchi mummificati nella necropoli di Ermopoli ad indicare quanta importanza avessero questi animali.


Nel decimo volume della Naturalis historia di Plinio il vecchio si parla di come gli ibis venissero invocati contro le invasioni di serpenti e come gli stessi ibis venissero addomesticati dalla popolazione contro  gli ofidi stessi.
Sempre secondo Plinio il Vecchio i sacerdoti fermarono epidemie di peste immolando agli dei un ibis sacro.



IBIS SCARLATTO (Eudocimus ruber )


Ibis scarlatto
Animale di medie dimensioni che raggiunge un'apertura alare di circa 90 cm.
Abita le mangrovie di Trinidad e Tobago e vive anche in Colombia, Venezuela, e la costa nord del Brasile. Sono presenti anche a San Paolo e Paranà.
È essenzialmente stanziale ma durante la stagione secca può percorrere molti chilometri alla ricerca di territori di alimentazione idonei.
Si riproduce durante la stagione delle piogge, formando dei grandi gruppi coloniali che possono comprendere anche 5000 coppie.
Spesso queste colonie comprendono anche altre specie di ibis e di aironi.
I nidi vengono costruiti sugli alberi.
Le uova vengono covate una ventina di giorni e nascono fino a 5 piccoli con un piumaggio di colore bruno pallido.
Si nutrono prevalentemente di crostacei e molluschi ma anche di insetti e piccoli pesci che vivono nel fango e che trovano grazie al loro becco lungo e ricurvo.
La ricerca del cibo avviene in gruppi che variano da 20 a 60 individui.
Come per i fenicotteri, l'intensità del colore rosso è dovuta alla dieta ricca di gamberetti che cattura scandagliando l'acqua col becco.
Al momento non è considerato minacciato a livello globale anche se negli ultimi anni vi son state delle fluttuazioni annuali di nascite in gran parte dell'areale, attribuibile alla bonifica di paludi, alla caccia e alla predazione dei nidi.


IBIS GIGANTE (Thaumatibis gigantea)


È un animale molto raro, fotografato per la prima volta solamente nel 2003.
Ha un areale molto ristretto ed è in pericolo per la scomparsa del suo habitat e per l'uomo.
Lo si può trovare nel nord della Cambogia ed in pochissimi esemplari, forse un paio, nel Laos.
Recentemente, sono stati rivenuti esemplari anche in Vietnam, all'interno dello Yok Đôn National Park e fino agli anni '20 del secolo scorso era allevato nel sud-est della Thailandia.

È un uccello che vive in pianura nei pressi di paludi, acquitrini e grandi fiumi.
Vive anche in zone di passaggio tra foresta e pianura ed in stagni, anche effimeri, dovuti alla stagione delle pioggie, dove le foglie della vegetazione marciscono all'interno dell'acqua stagnante.
È il più grande ibis vivente al mondo; gli adulti possono arrivare a 106 cm di lunghezza con una altezza in posizione verticale di 100 cm con un peso stimato di 5 Kg circa.
Gli adulti hanno sempre un piumaggio grigio - marrone scuro, con la testa nuda, di colore grigiastro e bande scure sulla parte posteriore del collo. Gli occhi sono rosso scuro e le zampe sono normalmente di colore arancione.
Molto caratteristico è il suo verso di richiamo che lo si può sentire da molto lontano sia all'alba che al tramonto.


Si conosce poco dell abitudini di questo animale a causa della sua rarità ma soprattutto del fatto che vive in zone rese pericolose dagli umani (guerriglieri, terrorismo, guerre....).
Sappiamo che si nutre di invertebrati acquatici, anguille, crostacei e piccoli anfibi e rettili.
Si nutre regolarmente di locuste e cavallette nei momenti dell'anno in cui sono abbondanti ed occasionalmente integra la dieta con semi.
Si nutre anche di grilli talpa e rane, soprattutto al di fuori della stagione riproduttiva e cerca spesso il cibo negli strati superficiali delle zone lacustri/stagnanti.
Non si sa nulla del suo comportamento riproduttivo ma sono stati rivenuti i nidi che vengono costruiti sopra gli alberi, con preferenze per il Dipterocarpus

Solitamente i nidi sono distanti almeno 5Km da zone abitative anche se non sono particolarmente timidi e fuggono dall'uomo solo se si sentono in pericolo.
Le femmine depongono 2 uova durante la stagione delle piogge (da giugno a settembre).
È un animale territoriale e vive in gruppi numerosi a carattere famigliare (quasi sempre ogni individuo del gruppo ha legami di sangue) ma possono spostarsi durante la stagione secca in cerca di cibo e acqua.
L'ibis gigante è in pericolo critico d'estinzione non solo per le cause umane che contribuiscono a distruggere il suo habitat ma anche a causa dei predatori delle sue uova e della siccità.



SPATOLA BIANCA (Platalea leucorodia)


Spatola bianca
La spatola è un uccello che può raggiungere anche l'altezza di 85 cm e pesare 3 kg.
È caratterizzato da un becco a forma di spatola, lungo ed appiattito, con estremità di color giallastro e maggiore larghezza.
Il suo piumaggio varia a seconda della stagione; in inverno è di color bianco mentre nella stagione riproduttiva possono essere presenti delle macchie giallastre prevalentemente alla base del collo e sulla nuca.

A volte viene confuso per un airone, specialmente per un airone bianco maggiore con cui ha in comune l'habitat e le dimensioni ma è sufficiente osservare il 


Airone Bianco Maggiore, notare il becco
 completamente diverso dalla spatola, corto e giallo
becco per poterli distinguere.
La spatola vive in Europa, Asia, Africa del Nord. In Italia lo si può incontrare raramente e nidifica nei pressi dei corsi d'acqua sulla pianura Padana.
Necessità di zone umide e forma spesso colonie con altri uccelli acquatici come Aironi, garzette...
È stata oggetto di caccia ma ora la popolazione a livello mondiale è in aumento e infatti lo si può trovare più spesso nel delta del Po e nella laguna Veneziana.
Si nutre di invertebrati (insetti, molluschi e crostacei) ma anche piccoli pesci ed anfibi.
La cattura della preda avviene utilizzando un metodo "sociale", una "sorta di pesca di gruppo".

Infatti, le spatole si posizionano fianco a fianco nell'acqua bassa muovendo i becchi in simultanea e setacciando così il fondo melmoso.
L'estremità piatta e larga del becco, permette alla spatola di sentire la presenza della preda e catturarla.

La spatola nidifica in primavera-estate, da Marzo ad Agosto, in colonie.
La collocazione dei nidi è diversa e varia da luogo a luogo: nelle zone palustri il nido e tra i canneti, mentre nei boschi o ovunque ci siano alberi il nido può essere molto in alto, posizionato su rami resistenti in posizione strategica.

Depone da 3 a 5 uova, di color bianco con piccole macchioline marroni o nocciola. Le uova son covate da entrambi i genitori per circa 20 giorni. Quando il piccolo nasce è ricoperto da un folto piumaggio bianco ma il becco ha già la forma tipica della specie.
I pulcini vengono accuditi e nutriti per circa 3 mesi, finito questo tempo il pulcino saprà volare ma molto spesso i pulcini continuano a voler essere nutriti nonostante ormai siano già dei giovani adulti.



Spatola in volo