A Volte è l’ignoranza umana a spingere alcuni animali ad “invadere” un ambiente. È il caso, ad esempio, di una invasione di cimici avvenuta in una zona di Modena la quale periodicamente ricompare. Il problema è nato quando si è deciso di piantare olmi in città e mantenere un pezzo di terreno in modo tale da ricreare la vegetazione tipica della pianura padana molti anni or sono (per intenderci il famoso querco-carpineto).
L’iniziativa era di per sé lodevole poiché uno spazio verde in più nella città fa sempre comodo ed inoltre questo nuovo parco era visitabile dalle giovani scolaresche le quali potevano avvicinarsi alla natura e “sognare” come era la pianura prima di questa folle cementificazione. Purtroppo l’inghippo di madre natura era dietro l’angolo e si verifico molto presto ovvero quando, nel periodo primaverile-estivo, dalle samare degli olmi nacquero moltissime cimici. Complici il clima adatto, assenza di predatori e molto cibo a disposizione ci fu una vera e propria invasione di “cimici dell’olmo” nella zona, con tutti i disagi che tale insetto può creare alla comunità.
Ma come mai è accaduto ciò? È molto semplice, in primo luogo alcune tipologie di cimice depongono le loro uova nelle samare di alberi come ad esempio l’olmo. Le samare vengono disperse dal vento così la cimice utilizza questo “mezzo pubblico” che madre natura le fornisce per rilasciare la propria prole anche a distanze considerevoli rispetto il luogo di posa delle uova. La quantità di olmi e quindi di samare, molto elevata in quella porto quindi ad avere questa invasione puzzolente.
Le cimici non hanno molti predatori tra i vertebrati a causa della sostanza nauseabonda (e disgustosa) che rilasciano. Predatori naturali di questi insetti sono parassiti e larve di ditteri ed altri insetti che hanno un comportamento parassitale nei loro confronti. Ad esempio, larve di alcune mosche vengono deposte (oppure ingerite a seconda dei casi) dalle cimici. Le larve crescono così nutrendosi della cimice in ambiente protetto fino ad ucciderla dopo averla utilizzata come fonte di cibo.
Per combattere le cimici, infine, penso che il metodo migliore e più naturale sia quello di curare la vegetazione (cosa che spesso i comuni snobbano per risparmiare qualche soldo). Pulire il sottobosco dalle samare cadute, dai frutti e dalle sterpaglie è un ottimo modo per raccogliere le cimici allo stadio larvale o giovanili ed eliminarle prima che diventino un “problema”.
C’è inoltre da dire che la cimice, a parte l’odore sgradevole che rilascia per difesa, non è un pericolo poiché non è vettore di malattie ed infezioni. Per cui il mio consiglio finale è quello di imparare a convivere anche con questo insetti perché ha lo stesso nostro diritto di vivere nell’ambiente naturale che noi abbiamo occupato.
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