Oggi si trova in poche aree della Russia (Calmucchia), del Kazakistan e della Mongolia Occidentale a causa del bracconaggio.
Durante l'era glaciale il suo areale era molto più vasto e si estendeva alle isole britanniche, all'Alaska, lo Yukon e anche la penisola Iberica.
Sono erbivori che vivono in branchi numerosi e vivono muovendosi continuamente per le steppe semi-desertiche mangiando moltissimi tipi di piante. Sono animali molto utili perchè si nutrono anche di piante dannose per altri animali e per l'uomo.
Grazie alla loro struttura fisica possono percorrere distanze notevoli ed attraversare corsi d'acqua nuotando. Non si muovono volentieri su terreni montuosi o accidentati sempre a causa della loro struttura fisica, non adatta a questa tipologia d'ambienti.
Durante la stagione degli amori, anche in questa specie sono presenti comportamenti di lotta tra i maschi per ottenere il favore delle femmine. Il vincitore dei combattimenti ha il diritto di radunare mandrie di notevoli dimensioni che variano da 5 fino anche 70-80 individui.
I piccoli nascono in primavera e molto spesso sono parti gemellari.
La Saiga è un animale che misura generalmente 60-80 cm al garrese e pesa dai 36 ai 70 Kg a seconda del sesso e dell'età dell'individuo. I maschi, infatti, sono più grandi delle femmine e sono anche gli unici ad avere corna.
Il corno del Saiga fu causa di bracconaggio, sia perchè ci fu un tempo in cui si proponeva e si favoriva la caccia di questo animale per la presenza di milioni di esemplari nel proprio areale, sia perchè lo si pubblicizzava come alternativa al corno di rinoceronte e si pensava in questo modo di aiutare la sopravvivenza del rinoceronte stesso.
Oltre a ciò, il corno del Saiga è molto importante per la medicina tradizionale cinese per ridurre iperattività, convulsioni ed abbassare la febbre.
La Saiga è facilmente riconoscibile da chiunque per la sua insolita struttura nasale che è grande e flessibile e ricorda una proboscide.
Recenti studi hanno ipotizzato che questa struttura si sia evoluta e mantenuta nella specie attuale perchè risulterebbe funzionale all'ambiente in cui l'animale vive. Si ipotizza, infatti, che questo naso serva per riscaldare l'aria fredda e secca dei lunghi inverni nella steppa Euroasiatica, prima che raggiunga i polmoni; inoltre, si crede che serva per filtrare la polvere d'estate, quando questi animali si muovono in numerosi branchi alla ricerca di erba da brucare.
Ad oggi, la popolazione mondiale di questa antilope sembra in ripresa grazie ad un protocollo di conservazione e all'attenzione che le autorità locali danni a questo animale.
Gli ultimi dati ci danno una popolazione in crescita, soprattutto della sottospecie della Mongolia (Saiga tatarica mongolica).
Ci sono quindi ottime speranze di vederli presto uscire dallo stato "critico" dell'indice di stato conservazione della IUCN.